ETICA

Se, come crediamo, l’uomo e la donna sono salvati solo per la misericordia di Dio attraverso la Sua Grazia, non dobbiamo ingraziarci la divinità nè con offerte nè con opere ma sperare nella Sua Salvezza ed esserGli riconoscenti. Per questo motivo la nostra etica (di base molto vicina alle confessioni protestanti “storiche”) non contesta la necessità delle “buone opere” e di una “buona etica” ma afferma che, non essendo necessarie alla salvezza, esse sono necessarie per attestare la fede nel Signore della vita che ci dice di amare il prossimo come noi stessi, pur con i nostri difetti e le nostre imperfezioni.
Il principio di base dell’etica protestante è che l’essere umano è libero davanti a Dio ma è anche responsabile delle sue azioni senza alcuna intermediazione.

Ecco alcuni esempi di come intendiamo alcuni argomenti “eticamente sensibili” nel dibattito contemporaneo:

– Sessualità e Matrimonio
Non essendo il matrimonio un sacramento viene a cadere anche la proibizione del sesso al di fuori del matrimonio codificato. Anche qui si è liberi e responsabili, tuttavia l’etica cristiana propone all’uomo e alla donna (o ai due uomini e alle due donne nel caso di coppie omoaffettive) che il rapporto sessuale sia una donazione di se stessi e non un mero atto fisico o di possesso. La libertà non è il non fare danno all’altro/a ma il donarsi all’altro/a e la responsabilità è il prendersi cura del proprio partner. La benedizione di Dio è sempre su una coppia che si ama, senza necessariamente pezzi di carta e atti pubblici, tuttavia se la coppia lo desidera può celebrare con noi una richiesta di benedizione sul matrimonio che è essenzialmente un contratto privato che riguarda i contraenti e lo Stato.
Nessuna confessione cristiana accetta l’aborto di per sè in quanto è un atto che priva la possibilità di venire al mondo a una vita potenziale ma, come male minore, in molti casi è positivo che lo Stato abbia una regolamentazione in materia per evitare la piaga degli aborti clandestini e varie malattie. Il compito della Chiesa, qui e altrove, non è quello di giudicare ma di tenere per la mano essendo consci che l’ultima parola spetta alla donna.

– Unioni tra coppie dello stesso sesso
Nonostante il fatto che alcuni versetti della Bibbia sembrano condannare l’omosessualità (in realtà condannano altre realtà storiche come la prostituzione maschile nei templi
pagani e altro…) noi siamo convinti che i componenti di una coppia dello stesso sesso si possano amare e possano amare Dio esattamente come una coppia eterosessuale. Le diversità nell’orientamento sessuale e di genere rientrano nel piano di Dio per l’umanità per cui non vi è da un lato nessuna “malattia” da curare e dall’altro nessuna “autodeterminazione” da rivendicare. Se una persona è omosessuale, lo è secondo il piano divino che l’uomo non può contestare. Per cui non solo gay, lesbiche, bisessuali, transessuali sono accolti nella nostra comunione fraterna e possono accedere ai ministeri ecclesiastici, ma alle coppie dello stesso sesso, se lo desiderano, possiamo proporre la stessa benedizione che viene riservata alle coppie sposate, pur nella consapevolezza che l’atto civile (il matrimonio egualitario) non è ancora possibile in Italia. Ma in questo caso il problema non è della Chiesa ma dello Stato, che non rispetta le regole costituzionali e i diritti civili. D’altronde, come afferma l’apostolo Paolo: “Non c’è qui né Giudeo né Greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù.” (Galati 3,28)

– HIV/AIDS
La piaga dell’HIV/AIDS non è affatto una piaga mandata da Dio per punire certe categorie di persone (omosessuali, drogati ecc…) ma è una terribile malattia che deve convogliare tutte le energie dei cristiani per la prevenzione (attraverso l’uso del preservativo e una educazione sessuale dei giovani) e la cura dei fratelli e delle sorelle malati. Nei paesi occidentali molti soffrono ma hanno quasi tutti/e l’accesso alle cure che hanno prolungato e migliorato l’aspettativa di vita dei sieropositivi. Nella maggior parte del mondo questo non è ancora possibile a causa dell’ingiustizia e della cupidigia delle multinazionali farmaceutiche. In molti paesi di AIDS si continua a morire e molti bambini sono infettati dalle madri durante il parto. Lottiamo perché questo non succeda più. La nostra comunità cristiana accoglie esplicitamente le persone sieropositive, le loro famiglie, i loro compagni/e.

– Fine vita
In questo campo molta confusione è stata fatta: si è confusa l’eutanasia (ovvero il suicidio volontario) con la richiesta di sospensione dei trattamenti medici sproporzionati (ovvero l’accanimento terapeutico). Il caso di Eluana Englaro, che ha spaccato il nostro paese alcuni anni fa è stato emblematico. Si trattava di accanimento terapeutico e la sua sospensione con la morte fisica è stato, per noi, un gesto di carità cristiana. L’uomo non dispone della propria vita, per cui il suicidio non può essere ammesso anche se spesso va capito con la situazione di sofferenza e di depressione, per cui nessuno di noi negherà mai un funerale cristiano a un suicida in quando è Dio che giudica, non l’uomo e quindi nemmeno la Chiesa. Nel caso dell’accanimento terapeutico è nostra opinione che il Vangelo non esalti la sofferenza in sè (Cristo ha sofferto per tutti noi) ma che, invece, sia un gesto di arroganza umana che sconfina nella crudeltà prolungare artificialmente una vita umana oltre ogni ragionevole speranza che la coscienza e la scienza medica ci offrono.

– Lavoro
Il lavoro non solo è un diritto ma è anche un dovere (tranne nei casi di manifesta inabilità) perché tramite di esso Dio manifesta la sua vocazione per noi. Quindi il pastore (che spesso ha un lavoro secolare) e l’operatore ecologico, l’idraulico e il professore universitario, l’agricoltore e il medico sono tutti esseri umani che svolgono mestieri di uguale dignità e nei quali la vocazione si è manifestata con doni e vie diverse ma verso una comune finalità: dare gloria a Dio tramite il proprio lavoro e guadagnarsi onestamente il proprio pane senza sfruttare gli altri e il Creato.
Non voler lavorare, lavorare svogliatamente o cercando di avere lo stipendio sapendo di non fare bene il proprio lavoro sono tutti esempi di tradimento della volontà di Dio verso ognuno e ognuna di noi. Lutero scriveva: “Dobbiamo attenerci con lieta coscienza al nostro mestiere, e sapere che con la nostra opera facciamo più di chi avesse fondato tutti i conventi e retto tutti gli ordini; anche se è il più piccolo dei lavori domestici.”

– Giustizia sociale
“Scorra piuttosto il diritto come acqua e la giustizia come un torrente perenne!” dice il Signore nel libro del profeta Amos (5,24). La giustizia sostanziale, sociale, economica è parte integrante del Vangelo e affiora molto spesso nella Bibbia. Lo stesso popolo d’Israele, ci narra il racconto biblico, viene punito con l’esilio a causa di questa mancanza di giustizia. Nel mondo ancora non redento da Cristo la Chiesa non può aspettarsi che il diritto e la giustizia regnino ovunque ma può e deve gettare semi che possano dare frutto. Per cui la nostra Chiesa, con i suoi limitati mezzi, è impegnata nella diaconia, nell’assistenza alle persone svantaggiate e bisognose, a sensibilizzare i credenti e tutta l’opinione pubblica per la giustizia sociale e contro le discriminazioni di ogni tipo rigettando l’apatia della nostra società e predicando che il peccato di ingiustizia non è solo individuale ma è anche collettivo.

– Animali e Salvaguardia del Creato
Il Creato non è nostro: il Signore ce lo ha affidato e noi lo stiamo distruggendo. Ci comportiamo da padroni sopra un’eredità che non è nostra: un altro grave peccato dell’umanità. Il discepolo di Cristo deve reagire a questo stato di cose predicando l’amore per ogni singola creatura e limitando al necessario e alla sobrietà ogni suo consumo per salvaguardare il Creato e creare a sua volta le condizioni di giustizia per i più poveri. Anche gli animali partecipano alla sofferenza del Creato e ogni loro uccisione che non sia strettamente legata alla sopravvivenza dell’essere umano ma al suo stile di vita, all’abbigliamento e al divertimento non è moralmente accettabile per un cristiano. “Veramente morale non è che colui che soccorre ogni vita alla quale egli può portare aiuto e si astiene di far torto ad ogni creatura che ha vita. La vita in se stessa è sacrosanta. Io mi rendo ben conto che il costume di mangiar carne non è in accordo con i sentimenti più elevati.” (Albert Schweitzer)